martedì 29 aprile 2014


        Il paradigma dominante





Conversazione con Pierluca Zizzi, divulgatore, ricercatore spirituale, autore dei tarocchi "Egyptian Oracle Cards", "2012 Tarocchi dell'Ascensione", "Tarocchi Universali trasparenti" e del libro "Il Viaggiatore Universale - Il Viaggio della Consapevolezza Umana verso l'Infinito".






Che cosa intendi per paradigma dominante?

     Una delle mie principali divulgazioni si occupa di raccontare come veniamo educati, cosa ci viene detto fin dalla più tenera età.
    Volendo dividere l'argomento in due grossolane sezioni, la prima è il paradigma moderno, ovvero come veniamo formati a scuola e in famiglia, cosa ci chiede la società, che è il problema più grosso, più evidente. Ovvero veniamo formati secondo dei canoni che non sono in accordo con quello che io chiamo “l'uomo naturale”, ovvero l'uomo, o la donna, così come si presenterebbero – secondo un'immagine romantica – all'uscita della caverna, o nella giungla, incontrando i propri pari.
     Quest'uomo naturale viene sostanzialmente educato in maniera tale per cui la sua vita è destinata a essere quella di un burattino nelle mani di qualcuno e a tale scopo viene formato (parola che detesto, la “formazione” di un essere umano... ovvero il dargli una forma precisa) Quindi l'educazione mira a creare un produttore, un consumatore nella nostra società; non viene approfondito nessun ambito relativo all'intuizione, non viene data nessuna – o quasi nessuna – educazione sentimentale e quindi l'essere umano cresce quasi sempre completamente incapace di gestire le proprie emozioni. Questo non è un uomo naturale, ma è un uomo destinato all'infelicità nella quasi totalità dei casi. Questo per quanto riguarda la prima sezione.
     La seconda grande sezione è la formazione che ereditiamo dal nostro passato. Ora, noi abbiamo duemila anni di cristianesimo alle spalle, con tutto il male e con parte del bene che questo comporta; poi abbiamo 250-300 anni di illuminismo alle spalle, con molto del male e con parte del bene che questo comporta. E tutta un'altra serie di conoscenze e tradizioni più antiche sopite nell'inconscio collettivo e che ci sono state tramandate: ad esempio il paradigma maschile dominante su quello femminile, i cui effetti possiamo osservare quotidianamente. Questi paradigma “scricchiola” da una sessantina d'anni, ma ci vorranno centinaia di anni per recuperare la metà del pianeta.
     Queste due grandi sfere d'influenza sono il paradigma dominante e la mia divulgazione si rivolge a persone che spero cerchino di capire per conto loro se nella loro vita, e nella vita dei loro cari, questo paradigma dominante è forte, o fortissimo, o, per loro fortuna, debole e cercare un'alternativa personale. Perché un'alternativa sociale a questo paradigma comincerà forse a esserci ma ora sostanzialmente non c'è.

Quindi l'obiettivo non è sostituire questo paradigma con un altro paradigma.

     È esattamente quello che insegno: se voi sostituite questo paradigma con un altro paradigma abbiamo un nuovo problema.
      Una volta un'amica, leggendo il mio primo libro, mi ha chiesto: “ma allora qual è la verità in ambito spirituale?” E io ho detto: “guarda, credo che ne esista una familiare, personale, se diventa sociale ti schiaccia per vari motivi”... L'uomo naturale è fatto in modo tale per cui le verità sociali ne distruggono l'individualità. Lei allora mi ha detto: “io penso di sapere qual è, non dico la verità, ma come si può vivere tutti insieme con delle regole molto precise”. Io l'ho interrotta e ho detto: “vedo già i morti per le strade”. Perché, di solito, quando spunta qualche persona che ha un'idea molto precisa di come debba essere un'alternativa sociale o personale, e questa viene imposta, si creano religioni o grandi forme di pensiero collettive che prima o poi si scontreranno con altre religioni e altre forme di pensiero collettive, e ci saranno i morti per le strade.
     Da questo punto di vista quindi la mia divulgazione è molto taoista: non esiste un credo, non esiste una via definita, il parlare di una via unica non può essere fatto per definizione perché la mente umana si attacca alle definizioni, alle parole. Invece quando la mente si libera il più possibile da questa radice si inizia a diventare uomini e donne più liberi, intuitivi, sereni, capaci di vivere con gli altri.

Sembra particolarmente evidente che uno dei campi in cui si manifesta di più la formazione attraverso il paradigma dominante sia quello dell'insegnamento della storia.

     È un argomento a me molto caro. La storia che si insegna a scuola può essere un ottimo paradigma per quello che è la nostra formazione. Anche qui darei due direzioni.
     Un indirizzo generale sul modo di insegnare la storia tende a venderci la storia come qualcosa di assolutamente vero e lineare – ovvero c'è A, poi B che ha creato C, poi siamo arrivati noi... In maniera quasi giornalistica ci racconta qualcosa che non può che essere il nostro passato reale. Questo è violentemente falso. Oserei dire che è nazi-fascista, perché non è vero. Prendiamo l'identità italiana: ci viene esaltato il Risorgimento, che è un insieme di bugie... il nostro Risorgimento è quanto di più inglorioso, violento e soppressivo ci sia stato nella nostra storia nazionale. È una tecnica usata da tutte le nazioni: raccontare una storia gloriosa che crei un passato nazionale, un paradigma per l'appunto, che ti renda orgoglioso della tua nazione. Proprio ieri ho letto la massima di un americano che dice “L'ultimo rifugio degli idioti è il patriottismo”. La storia spesso va in questa direzione.
    La seconda direzione dell'insegnamento della storia, dell'archeologia, della paleontologia, e dell'antropologia in maniera minore, è partire da basi che noi crediamo essere vere perché non vengono mai messe in discussione. Sull'antropologia e sulla paleontologia, dai cosiddetti ominidi fino a noi, non si sa sostanzialmente niente. Quello che ci viene insegnato nei sussidiari – l'immagine di Lucy, l'ominide africano, e le civiltà antiche o antichissime del nostro pianeta – è sostanzialmente falsa. Basta fare un giro per i musei più importanti del mondo per rendersi conto che qualcosa non ci viene detto.
    Questo insegnamento ci passa e noi cresciamo credendo vere alcune cose: primo, che la storia così come ci viene raccontata è corretta, giusta, e che abbiamo un passato sicuro alle nostre spalle. Secondo – e molto più grave – crediamo di essere parte di un'evoluzione continua, la punta di diamante della storia precedente, e di essere i migliori, proprio perché abbiamo fatto esperienza di quello che c'era prima: abbiamo una grande tecnologia, abbiamo sviluppato tutta una serie di conoscenze storiche, sociali... cose solo in parte vere. Una corretta analisi di ciò che doveva essere l'essere umano di 5000 anni fa – se ne sa pochissimo –, o di 3000 anni fa in alcune parti del mondo, o semplicemente l'osservazione dell'uomo contemporaneo nelle civiltà naturali, ci rivela la visione di uomini molto diversi da noi e nella maggior parte dei casi molto più “felici” di noi.
     Le civiltà del passato avevano qualcosa che noi stiamo sopprimendo con la tecnologia. Ad esempio scegliere come propri leader – non sempre, ma spesso – non tanto i più furbi, i più colti, i più tecnologicamente portati, ma coloro che hanno delle intuizioni, quelli che – se vogliamo usare un termine convenzionale – possono essere definiti “maghi”. I grandi leader erano sì anche leader militari (ma da una certa data in poi, prima non esisteva la guerra come noi la concepiamo) ma anche re “maghi”, ovvero persone che avevano in sé la ricerca costante di un mondo interiore, onirico, divino, a contatto con quello ordinario. Questo è stato completamente dimenticato, o utilizzato in maniera nascosta, perché chi ci governa realmente sa bene come si governa un popolo, anche se in maniera talvolta molto oscura. Chi vuole plagiarci sa bene che non dobbiamo insegnare queste cose, perché in una civiltà come quella dell'Asia Centrale di 5000-6000 anni fa oppure quella degli Yanomami del Sudamerica le persone erano felicissime con due capanne di legno e un piatto di semi, e avevano un'uguaglianza sociale e una gioia interiore, una capacità di vivere correttamente in equilibrio col loro mondo che noi non solo non abbiamo, ma stiamo perdendo progressivamente.

Quello che stupisce quando ci si sposta per latitudini e longitudini varie, è l'uniformità di determinati riti piuttosto che determinate forme architettoniche, o iconografie in popoli che apparentemente – se è vero che prima della deriva dei continenti sulla Terra non c'era l'uomo – non dovrebbero collimare fra loro.

     Le mie ricerche partono un bel po' di anni fa come atlantologo. Bisogna dire che questa parola non significa assolutamente nulla. Se proprio vogliamo spiegarla in un secondo, è colui che divulga le conoscenze su una presunta civiltà che è finita circa 12800 anni fa. Presunta perché non è mai esistita, sia detto con forza: non esisteva Atlantide come noi la pensiamo. Esisteva un insieme di civiltà diverse, probabilmente diffuse su tutto il pianeta con un insieme di conoscenze omogenee che le successive civiltà hanno ereditato, in buona parte dimenticato, e in gran parte rielaborato.
     Facciamo un esempio noto: le piramidi. Contrariamente a quanto crediamo, le piramidi sono diffuse in tutto il mondo. Alcune tra le più grandi si trovano in Cina, quasi piccole montagne, ma come volume la più grande si trova in Messico. L'ho visitata: ora sembra una collina con sopra una chiesa e ha un volume superiore a quella di Cheope. Altre si trovano in Brasile, ne abbiamo una in Bosnia.

In Bosnia??

    Certo. È sommersa ed è ben nota agli archeologi che l'hanno nascosta non sapendo come giustificare una piramide che ha come minimo 10000 anni. In Bosnia e in Serbia ce ne sono diverse, ormai sommerse, e viste da fuori sembrano delle montagne.
     Le piramidi erano un modo per costruire edifici e templi di tutte le civiltà che ci hanno preceduto e che ora noi abbiamo in parte dimenticato. Sono presenti a tutte le longitudini e latitudini perché erano una forma utile e comoda per tutta una serie di riti, di osservazioni del cielo, di cui quella civiltà evidentemente aveva bisogno.
     Potrei fare un altro esempio: le strutture megalitiche. Ci sono megaliti in tutto il mondo (megalite significa grande pietra), e le civiltà antiche o antichissime precedenti o coeve a quella che si suole chiamare Atlantide costruivano con dei megaliti le cui dimensioni ci stupirebbero. Di 5, 7, 10 tonnellate quelli piccoli; alcuni ne pesavano 15, c'è nella grande piramide di Cheope una torre creata da blocchi del peso di 80 tonnellate, a Baalbek in Libano c'è un megalite che non ha nulla a che vedere con le civiltà mediterranee, e pesa sulle 150 tonnellate. Sappiate che noi non saremmo in grado di trasportare nulla con quel peso, se non scomponendolo in pezzi, o usando tecnologie speciali per imbragarlo con estrema difficoltà.
    Ci sono intere strutture in giro per il mondo create con megaliti di questo tipo che parlano di una memoria collettiva del costruire.

Secondo te questa memoria è circoscritta al pianeta Terra?

     Rispondo sempre che contro la mia volontà (ride) da tanti anni mi occupo di ufologia, cerchi nel grano e ciò che riguarda le cosiddette “altre civiltà”. Non amo creare suspence in queste cose, quindi rivelerò subito ciò in cui credo: credo che siamo visitati da migliaia di anni, probabilmente da svariate decine di migliaia di anni da altre intelligenze, che volontariamente non definisco extraterrestri, perché se un'intelligenza visita il tuo pianeta per diecimila e più anni non è extraterrestre, è terrestre! Questo cambio di ottica mi è stato insegnato da una persona che si chiama Giovanna De Liso ed è un'ufologa di fama nazionale; lei mi ha fatto notare che è vero che siamo noi i terrestri, ma la sua domanda è: è vero che noi siamo gli unici terrestri? Se è vero, come credo lo sia da tanto tempo, la nostra civiltà umana è a contatto con una serie di altre intelligenze da sempre. Ed è pur vero che costoro non possono essere definiti alieni. Almeno non tutti, o solo per una parte, o per determinate caratteristiche. Se qualcosa è diverso da te, non è detto che sia lui l'extraterrestre (ride). Perciò la risposta è sì: io credo ci siano altre intelligenze nel cosmo. Non darò la solita noiosissima risposta della scienza ufficiale (statisticamente ci sono nel cosmo milioni di galassie, in ogni galassia ci sono miliardi di stelle, quindi è statistico che ecc. ecc..). Questa è un'idiozia pazzesca...

Come spesso lo è la statistica.

     Ma certo. Nulla è più preciso e contemporaneamente fuorviante della scienza statistica, perché dice tutta la verità ma in realtà non la definisce. Statisticamente viviamo 75 anni, ma nessuno ci dice se morirai domani o a centotré anni...
  Comunque, la scienza stessa afferma che statisticamente ci devono essere altre intelligenze, le cerca – soprattutto con progetti degli anni '70, '80, '90 – con i radiotelescopi e questo, come si diceva prima, è uno dei modi per prenderci per i fondelli.
    I maggiori governi del mondo sanno perfettamente che noi veniamo visitati da sempre da queste intelligenze, e vogliono darci l'impressione che questa ricerca sia vera, effettiva e che soprattutto non trovando nulla – perché le comunicazioni possono avvenire massimo alla velocità della luce, e per capirci mandare un messaggio sulla stella più vicina e ricevere una risposta (ad esempio: “Ciao, chi sei? E relativa risposta: “Ma chi sei tu?”) richiederebbe otto anni – l'oggetto di questa ricerca sia introvabile. Perché da quando esistono mezzi tecnologici per filmare, fotografare, descrivere il cielo, ci viene testimoniato che ci sono delle luci nel cielo, dei vascelli, dei fenomeni che non sono assolutamente umani, non possono essere della nostra tecnologia... Oramai è una pantomima smascherata. Chiunque abbia un minimo di conoscenze culturali può scoprire facilmente che questo è falso, e quindi c'è qualcosa là fuori che ci affianca da sempre.

Ora ti farò una domanda fastidiosa.

    Sono sempre interessanti come domande (ride).

Hai citato numerose volte la parola “falso” e la parola “loro”. La domanda che mi viene spontanea da fare è: rispetto alla cosiddetta teoria del complotto come ti poni?

    Io chiaramente non posso sapere se esiste e non lo so.

Pasolinianamente “lo so anche se non lo posso dimostrare”?

    Ho un mio parere del tutto personale. Tra l'altro questo è un argomento sul quale mi sto confrontando da tantissimi anni e non sono arrivato neanche a un 30% di risposte.
   Intanto bisogna definire i termini del complotto. Che cos'è un complotto? Genericamente viene definito un insieme di azioni volte a nascondere una verità molto scomoda o molto pericolosa organizzato da gruppi che conoscono questa verità ed attuano tutta una serie di strategie per nasconderla alle grandi masse. Se definiamo così un complotto, ci sono tanti complotti, a vari livelli. Il livello più basso è un complotto culturale contro tutta l'umanità: il tenere l'umanità in canoni ben precisi nei quali deve vivere. Ovvero lavorare il più possibile, essere ricattati con i soldi – se non ce li hai sei un reietto, non puoi fare nulla – e questo passa anche attraverso (argomento caro ai complottisti) le famigerate banche. Perché chi controlla il denaro, la sua produzione i suoi flussi e come viene distribuito sul pianeta, controlla il mondo. Io credo che questo sia in buona parte vero, perché le persone più ricche del mondo tendono a conservare il potere. E questo è già un secondo livello, il governo occulto, di chi controlla i flussi di denaro. Un terzo livello è: chi controlla i controllori? C'è chi scomoda altre intelligenze, tutta una serie di altre energie e consapevolezze che a loro volta influenza questo gruppo ristretto di persone. Se ne può discutere per anni di questo... e si può andare in varie direzioni.
    La prima è che ci siano delle intelligenze non umane, e volontariamente non uso la parola non-terrestri (perché sono in parte terrestri), che in qualche modo influenzano questo gruppo di persone. Non so dire se questo sia vero o no: in parte credo che lo sia, per motivi correlati alla struttura stessa di chi tenta di plagiare gli altri. È chiaro che chi vive con dei paradigmi mentali molto restrittivi attira determinate energie. Un livello ulteriore è che invece il tutto sia organizzato da queste intelligenze, e cioè che ci siano i cosiddetti rettiliani, i grigi, le mantidi, che siano molto interessati a noi come pianeta, e quindi a un oscurantismo generale perché non vogliono fari scoprire. Ora, chiunque legga quello che sto dicendo deve per forza – e se non se l'è già fatta è grave – farsi una domanda: a chi giova tutto questo? Perché se è vero che ci sono delle altre intelligenze incredibilmente tecnologiche, da noi che vogliono? Non certo la tecnologia perché ne hanno una che a nostro confronto è quella di Star Trek; non vogliono certo i nostri soldi o altro che riguardi la sfera materiale. E allora vogliono qualcos'altro, e lì si va sulle teorie ufologiche pure. Non so se questo sia applicabile a scala planetaria, ma so di certo che da sempre, sotteso al nostro inconscio, in qualche serbatoio oscuro della nostra umanità (che non è negativo, ma necessario, perché la nostra struttura è fatta così: l'uomo naturale ha in sé una parte oscura che negata lo porta all'autodistruzione; il compendiare la parte oscura con la cosiddetta parte luminosa è parte del percorso di ciò che siamo) vengono evocate tutta una serie di schemi mentali, di energie e consapevolezze che tendono al plagio, alla distruzione, alla forza come le energie naturali della morte, che sono appunto necessarie, sottese alla natura umana. Ovunque nell'Universo ci sono buchi neri che divorano stelle, figuriamoci se nella nostra mente non ci sono dei pensieri che divorano noi stessi.
    A un livello più naturale, posso dire che di certo ci sono delle consapevolezze evocate anche da noi che si “animano” e che agiscono per la distruzione, come ce ne sono delle altre da alcuni definite angeliche, anche esse generate da noi spontaneamente, ovvero i nostri sogni, le nostre parti positive, che le varie tradizioni esoteriche culturali e spirituali del mondo individuano come angeli, dei, energie positive, luce ecc. ecc.
    Illusioni, come lo sono le prime.
   Noi nella nostra struttura non siamo né angelici né demoniaci, siamo destinati a essere felici, come si diceva un po' di anni fa. Ovvero l'uomo dovrebbe perseguire – e concludo con questo il discorso sul plagio e sulle verità nascoste – questo destino: siamo destinati a una felicità durevole, se lo vogliamo. Questa felicità è indipendente da ciò che ci succede intorno; se è vero, ed è sicuramente vero, che l'essere umano può essere definito come colui che è felice se i propri simili sono felici e che è infelice se i propri simili sono infelici, è altresì vero che tutte le relazioni con noi stessi e fuori da noi stessi sono generate da noi. Pertanto indipendentemente dal fatto che tu venga spiato, plagiato, o che ti vengano raccontate un sacco di bugie, se la tua ricerca va verso quel serbatoio infinito, indefinibile, atemporale, che è la tua anima... beh, se vai nella direzione dello spirito, la tua felicità è dietro l'angolo. Se invece noi rimaniamo a livello animale e abbiamo la paura costante di venire controllati, beh, questo nutre quel serbatoio nero che è in noi. Poi, che ci sia altrove, questo è tutto da vedere. 
Parallelo alla riga #4


       Penso che la verità ci è in gran parte sconosciuta perché gli uomini non l'amano abbastanza.

                                                [...]


       Nessuna vocazione è vera se esige il sacrifizio della ragione, nessun voto di obbedienza vale se è contro la coscienza.



                                  Ignazio Silone, Severina

martedì 1 aprile 2014




Le mani che curano

Conversazione con Piero Muraro e Sheila Jackson, insegnanti Bowtech e fondatori dell'Associazione Bowtech Italia.






Prima tu, Piero.Come sei arrivato al Bowen?

Grazie a Sheila. È andata a fare il primo corso in Inghilterra, visto sul trafiletto di una rivista. È tornata entusiasta e mi ha detto di andare subito a fare il corso perché il Bowen “sarà il nostro futuro”. Prima noi facevamo massaggi: io facevo shiatzu, riflessologia plantare... e trovavi sempre il fatto che dava aiuto alle persone ma non risolveva certi problemi. Era un bel sollievo, ma non riuscivi a risolvere determinate cose.
Così sono andato a fare questo corso in Francia, dove c'era un canadese che faceva in quel paese il primo corso di Bowen. Chiaramente qui in Italia non c'era ancora niente. Sono andato a fare questo corso di quattro giorni, tutto concentrato, e sono tornato a casa insoddisfatto. Effettivamente abituato con massaggi forti, questo mi diceva poco o niente. Dicevo “sarà...” E invece sarà stata subito la divina provvidenza, o Tom Bowen che mi ha mandato i casi giusti, fatto sta che sono arrivate delle persone, tra cui una ragazza con l'atrofia muscolare, chiedendomi se potevo aiutarle. Ho pensato proviamo... E ho visto subito gli eccellenti risultati: ad esempio le gambe di questa ragazza erano nere, non circolava più niente, e facendo Bowen un po' alla volta ha cominciato a circolare tutto. Scriveva con una fatica enorme, aiutando una mano con l'altra, portava un corpetto giorno e notte per poter stare su, la mamma era chiaramente disperata... Tutto questo nel giro di un anno è cambiato completamente. Ha cominciato ad usare il corpetto poche ore al giorno, ha proprio cambiato modo di vivere, e per dodici anni è andata avanti sempre meglio.

È un miracolo?

È un miracolo nel senso che il Bowen fa fare al corpo quello di cui ha bisogno. E ho visto negli anni che non c'è nessuna limitazione. Qualunque tipo di problema il tuo corpo cerca di aggiustarlo, e il Bowen aiuta, accelera questo processo. Ad esempio in una frattura dici: ingessiamo. Ma il gesso serve solo per tenere l'osso al suo posto: se tu fai Bowen acceleri questo processo e la guarigione avviene nella metà del tempo.

E questo è stato davvero il tuo futuro...

Abbiamo portato il Bowen in Italia grazie a un medico che ha visto i risultati su un altra ragazza e ci ha chiesto quale tecnica avevamo praticato. Ha voluto assolutamente fare un corso qui, così abbiamo chiamato un istruttore dall'Inghilterra, Alastair McCloughlin, che ha cominciato a fare i primi corsi qua. Lui faceva il corso, io lo aiutavo, Sheila traduceva, e così nel 1999 Ossie Rentsch ci ha passati insegnanti. Da allora abbiamo formato più di 500 persone in Italia come operatori.
La mia fortuna personale è stata quella di girare il mondo. Subito, nel 1999, ho conosciuto Andrew Zoppos, un istruttore di Bowen che ora sta tenendo corsi in Romania, e con lui ho fatto parecchia gavetta. A Perth ho lavorato quasi un anno, e c'è stato tutto un susseguirsi di insegnanti; ho conosciuto molte persone diverse e ho visto anche le differenze nel loro modo di lavorare. Poi sono diventato amico di Ossie ed Elaine Rentsch, quelli che hanno divulgato il Bowtech® nel mondo, e anche con lui ho lavorato tanto. La mia fortuna è stata proprio quella di lavorare con tante persone come queste che mi hanno aiutato a fare esperienza.

Dunque, perché bisogna fare Bowen?

Perché bisogna fare Bowen? Per star meglio!

Invece tu, Sheila, come sei arrivata al Bowen?

Io facevo massaggio svedese, che era molto valido, però cercavo qualcosa di più. Perché fin che tu fai il massaggio, stai bene; il giorno che non lo fai più, non ha cambiato il perché del tuo problema.

Tu sei su un libro, “La mano che cura”. Come ci sei entrata dentro questo libro?

Uno dei nostri studenti è stato contattato da questa signora, Patrizia Sanvitale, che voleva scrivere un articolo sul Bowtech®, e il nostro studente ha indirizzato l'autrice verso noi.

Ce' una foto bellissima tra l'altro, sul libro!

L'unica volta nella mia vita in cui vedo una mia foto e dico: che bella! (ride).

Nella foto sei insieme a un cavallo. E tu sei specializzata nel lavorare con gli animali, perché il Bowtech® offre anche questa possibilità.

Sì. Amo gli animali. Un po' meno quelli a due zampe...(ride)

E funziona il Bowtech® sugli animali?

Funziona, ed è la prova che funziona comunque. Che non è un placebo, o qualcosa che ha a che fare con l'immaginazione o le credenze. Proprio perché sui bambini e sugli animali funziona ancora più velocemente che negli esseri umani adulti, dato che hanno meno muri, meno problemi.

Anche a te chiedo: perché si deve fare Bowen?


Per prevenire, vivere meglio, insomma: per stare bene!



Parallelo alla riga #3








                                      La gioia di vivere preserva - pensai.


            Jean-Claude Izzo, Casino totale